Sebbene sia giusto evidenziare come il primo teorico dell’idea di Europa in Italia sia stato Altiero Spinelli (1907-1986), autore del Manifesto di Ventotene, fu Alcide De Gasperi a supportare attivamente il progetto della nascita di un’organizzazione che riunisse le nazioni europee sotto un’unica bandiera. Quest’ultima fu dapprima commerciale (con il Trattato di Parigi del 18 Aprile 1951 che rese effettivo il cosiddetto Piano Schumann del 9 Maggio 1950 e la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, quindi con i Trattati di Roma del 25 Maggio 1957 che videro nascere la Comunità Economica Europea). In molti comunque nel corso della storia, ebbero modo di trattare di questa organizzazione e di quali obiettivi essa si sarebbe dovuta porre: se si volesse approfondire, infatti, si risalirebbe addirittura agli anni successivi la dichiarazione di indipendenza statunitense, quando l’allora futuro primo presidente degli Stati Uniti George Washington, in una lettera da lui inviata al Marchese de La Fayette, disse testualmente: «Un giorno, sul modello degli Stati Uniti d’America, gli Stati Uniti d’Europa avranno modo di esistere. Gli stati Uniti legifereranno per tutte le nazionalità». In questa prima fase di quel lungo viaggio che avrebbe portato i grandi statisti a creare i presupposti per un’Europa unita, c’è senza dubbio la necessità di evitare ulteriori conflitti mondiali. Tra i padri ideologici della nascente Europa, non possiamo non ricordare Robert Schumann (1886 – 1963) che con il grande supporto di Jean Monnet (1888 – 1979), rilasciò il 9 maggio 1950, il concetto chiave che mosse i padri fondatori dell’Unione europea: «Il governo francese propone di mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un’organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei. La fusione della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime». La storia ci ricorda come il carbone e l’acciaio furono indispensabili per le industrie belliche nel corso delle due guerre mondiali, basta menzionare il ruolo che le acciaierie Krupp ebbero nella Germania nazista. La loro dislocazione geografica lungo i bacini della Ruhr e della Saar per molti risultò essere strategica per entrambi i paesi e quindi motivo di conflitto. Porre queste materie prime al servizio di altri paesi vicini (abolendo i diritti di dogana) e far sì che un soggetto esterno fosse addetto alla loro gestione, mostrò lo sforzo per la riconciliazione posta in essere dalla Francia e dalla Germania Occidentale, quest’ultima per mezzo del cancelliere Konrad Adenauer. In questa prima importante fase della storia dell’Unione europea partecipò attivamente anche l’Italia di Alcide De Gasperi, in qualità di Paese membro al pari degli stati del Benelux e dalla già menzionata Francia e Germania. Nonostante infatti l’Italia non producesse grandi quantità di acciaio e carbone e fosse distante dalle zone ricche di tale materia, Alcide De Gasperi si batté a favore dell’entrata del nostro Paese nella CECA. In gioco non c’era unicamente lo slancio all’economia italiana da poco stimolata dai grandi flussi di denaro provenienti dagli Stati Uniti grazie al Piano Marshallâ (1948-1951),ma anche la necessità di ridare lustro e prestigio al nostro Paese, sia nel panorama geo-politico internazionale, che nella complessa trama di alleanze che si stavano delineando al tempo in piena guerra fredda, cosa che effettivamente avvenne. Nella sua breve vita pertanto (sei anni), la CECA rappresentò un grande successo per le speranze europeiste di De Gasperi , Schuman , Adenauer e Monnet , destinate peraltro a qualcosa di ancora più grande. Il passaggio ulteriore fu la trasformazione della CECA, ad opera dei suoi stessi Paesi membri, in un organo sovrannazionale europeo che applicasse i sistemi economici già messi in pratica nella CECA per altri ambiti (l’energia atomica ad esempio). Il 25 Maggio 1957 i sei paesi membri della CECA firmarono presso il Palazzo Dei Conservatori i cosiddetti Trattati di Roma che videro nascere la Comunità Economica Europea (CEE). Ispirandosi alla precedente Assemblea Comune della CECA (di cui Jean Monnet fu primo presidente dal 1952 al 1955), si desiderava istituire un organo di rappresentanza politica dei cittadini europei nel quale si riunissero i rappresentanti di ogni Paese membro per discutere delle linee comunitarie. Fu infatti dalla firma dei Trattati di Roma che nacque l’ Assemblea parlamentare europea, composta al tempo da 142 membri designati dai sei paesi membri e con sede a Strasburgo, il cui primo presidente fu, all’unanimità, Robert Schuman (in carica dal 1958 al 1960). Qualche anno più tardi, il 30 Marzo 1962, l’Assemblea mutò nome e divenne il Parlamento Europeo che oggi conosciamo.